“Sei
distesa nell’erba, ad un passo dai tuoi adorati papaveri,” cominciò a
bisbigliare, “e la tua verginità sta per essere usurpata.”
Sentii
il freddo di quella mattina di venticinque anni prima impadronirsi del mio
corpo, e poi quegli odori nauseabondi di alcool e tabacco.
Infine
la Sua mano grande, tra le mie gambe: non ero più in grado di distinguere il
sogno dalla realtà...
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